La Legge di Bilancio per il 2023 ha ricevuto l’ok finale del Senato il 29 dicembre 2022. Purtroppo per quanto riguarda l’Opzione Donna si conferma l’impostazione iniziale stabilita dal governo Meloni.
Un privilegio per pochi
Il Sole 24 Ore stima che la platea di potenziali soggetti interessati alla nuova Opzione Donna sarà di circa 3.000 persone. Questo perché ci sarà sempre il possesso di un requisito in termini di età – 60 anni che 59 se si ha un figlio e 58 se invece se ne hanno due o più (non c’è più la diffferenza tra lavoratrici dipendenti o autonome) -, mentre sparisce il requisito dei 35 anni di contributi versati.
La norma che restringe enormemente laplatea è che oltre all’età bisognerà entrare in una di queste categorie:
- caregiver (ovvero una persona che presta assistenza gratuita e quotidiana ad un proprio parente di primo grado non autosufficiente fisicamente e/o mentalmente);
- lavoratrice licenziata;
- lavoratrice con invalidità civile uguale o superiore al 74%.
Nessuna proroga della misura
Durante i vari passaggi della manovra, l’opposizione ha cercato di aprire la strada ad una proroga secca dello schema valido fino all’anno scorso – 58-59 anni più 35 di contributi. A quanto sembra non sono state reperite le somme necessarie per arrivare alla proroga: 80 milioni di euro per il 2023 e 240 milioni per il 2024.