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21.06.2023

Dimensionamento scolastico. Le mega scuole sono un rischio per la qualità dell’istruzione

II Ministero dell’Istruzione ha fornito nel pomeriggio di ieri l’informativa sindacale sulle nuove norme del dimensionamento scolastico, che prevedono il taglio di 874 autonomie scolastiche a partire dall’a.s. 2024/25

Secondo il coordinatore nazionale della Gilda-Unams, Rino Di Meglio, si tratta di una misura che avrà una ricaduta pesante non solo sul personale, soprattutto amministrativo e ausiliari, ma sulla qualità dell’offerta formativa e, in generale, sull’efficacia pedagogica del lavoro degli insegnanti e sul benessere degli studenti.

«La formazione delle cattedre dei docenti dei nuovi mega istituti, soprattutto quelli distribuiti su molti Comuni – spiega Di Meglio - sarà fonte di tensioni e problemi. Si aggraverà, inoltre, il declino della capacità di programmazione didattica e di visione pedagogica dei collegi docenti, che diventeranno enormi assemblee di impiegati, ben lontane dal poter gestire la personalizzazione dell’insegnamento, obiettivo del Governo».

«Non c’è da sorprendersi – conclude Di Meglio - che la logica ragionieristica del dimensionamento abbia già incontrato la severa opposizione della Conferenza unificata Stato/Regioni, in cui non si è raggiunto alcun accordo con le amministrazioni locali, consapevoli delle conseguenze disastrose dei tagli».

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Incontro MIM/OO.SS. – Bozza Decreto su Criteri per la definizione del contingente organico dei DS e DSGA per gli aa.ss. 2024/25 2025/26 2026/27

Per l’amministrazione sono presenti la dott.ssa Palumbo, il dott. Greco, il dott. Serra e il dott. Viola.
La dott.ssa Palumbo riassume ai presenti il contenuto della bozza di decreto e della tabella allegata, oggetto dell’informativa. Questi prevedono che, entro novembre, con tolleranza dicembre 2023, ciascuna regione dovrà provvedere al dimensionamento della propria rete scolastica, corrispondendo ai numeri previsti, fino ad arrivare ad un totale nazionale di 7.461 autonomie scolastiche, a fronte delle attuali 8.183.
Si prevede, pertanto, un taglio immediato di 722 autonomie scolastiche, che proseguirà nei successivi due anni scolastici, tagliando ulteriori 152 autonomie (60 nel 2025/26 + 92 nel 2026/27).
Ciascuna Regione deve raggiungere i propri obiettivi complessivi, senza necessariamente rispettare un tetto minimo per ogni singola autonomia. Ogni regione potrebbe, per esempio, programmare autonomie normo-dimensionate con 300 alunni nelle zone di montagna, compensate da scuole più grandi nelle aree metropolitane.
Il dott. Greco, a difesa della logica del decreto, rileva che il dimensionamento non incide necessariamente sui punti di erogazione ma sul numero di autonomie giuridiche.
Le regioni avrebbero margini per compensare, con criteri regionali, le difficoltà dei territori più disagiati e i risparmi conseguiti con i tagli andrebbero (secondo modalità per ora del tutto indeterminate, ndr) a vantaggio dei Ds e Dsga delle nuove megascuole.
Greco ricorda, infine, che il taglio delle autonomie non cambierà la politica degli organici dei docenti. Questo, infatti, non tiene conto del calo degli studenti (ad esempio, questi ultimi saranno 130.000 in meno al 1 settembre p.v. rispetto all’a.s. precedente) e il rapporto alunni/insegnanti sta diminuendo sensibilmente.
I sindacati, ad eccezione dell’ANP, che esprime soddisfazione per la “sua” riforma, rappresentano, seppur con toni diversi, la loro opposizione al taglio e alla costruzione di scuole con migliaia di alunni e centinaia di docenti e ATA, rilevando che, in poco più di 10 anni, si assisterebbe ad un dimezzamento delle scuole inaccettabile e sproporzionato rispetto al pur noto calo demografico degli studenti (12.000 istituzioni scolastiche nel 2012, 7.300 nel 2023).
La delegazione Gilda -Unams ha espresso la propria radicale contrarietà ai contenuti del decreto, rilevando la contraddizione tra l’obiettivo teorico del PNRR scuola, (aumento della qualità della scuola nei territori disagiati) e le conseguenze pratiche che avranno i tagli, su tutta la scuola italiana e in particolare proprio nei territori più deboli, a cominciare dal sud e dalle Isole.
I tagli avranno, infatti, una ricaduta pesantissima non solo sul personale, soprattutto ATA, ma sulla qualità dell’offerta formativa e, in generale, sull’efficacia pedagogica del lavoro degli insegnanti e sul benessere degli studenti.
La formazione delle cattedre dei docenti dei nuovi istituti monstre, soprattutto quelli distribuiti su molti Comuni, sarà fonte di continue tensioni e problemi. Si aggraverà, inoltre, il declino della capacità di programmazione didattica e di visione pedagogica dei collegi docenti, che diventeranno enormi assemblee di impiegati, ben lontane dal poter gestire la personalizzazione dell’insegnamento tanto cara all’attuale Ministro.

Gilda tv