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10.11.2023

Oggi su LinkOristano. Gilda: “La scuola nell’Oristanese ha bisogno di investimenti, non di tagli”

 Dopo la bocciature nella conferenza provinciale, un altro no alla razionalizzazione delle scuole

Alla proposta di taglio di quattro autonomie scolastiche nell’Oristanese da parte della Regione, respinta con un documento approvato il 7 novembre in occasione della conferenza provinciale sulla rete scolastica, anche la Gilda degli insegnanti di Oristano ribatte che la scuola, specialmente quella sarda, ha bisogno di finanziamenti e investimenti, non certo di tagli. “E neanche di razionalizzazione”, dice Pino Cìulu della Gilda, “nell’accezione più negativa che il termine si è guadagnato nei decenni, tra tagli e soppressioni subiti, quando lo slogan che andava per la maggiore era: sopprimere è bello, razionalizzare fa qualità della scuola”.

 

“La realtà isolana non è fatta solo di numeri”, aggiunge Ciulu, “ma di tutta una serie di altri fattori di cui lo stato dovrebbe tener conto quali la densità demografica tra le più basse d’Italia, i trasporti inesistenti, le strade quasi impraticabili e così via”.

 
 

Un aspetto positivo di tutta questa vicenda, è che nelle quattro province sarde c’è stata unanimità da parte dei sindaci e delle conferenze provinciali nel rifiutare il piano di razionalizzazione che la Regione ha predisposto. “Grande meraviglia e rammarico”, prosegue il sindacalista, “desta il fatto che la Regione sia acquiescente e connivente con le decisioni del Governo centrale che ha predisposto e approvato simili norme. Non si capisce come mai la Regione sarda non abbia fatto come altre regioni d’Italia, cioè non abbia impugnato nelle sedi giurisdizionali competenti la norma iniqua che oggi viene calata sulla Sardegna e sui sardi. Anche per far valere le specificità e la specialità dell’autonomia della nostra regione. Forse (a pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca, come diceva quello), ha voluto fare un favore al Governo, ma così ha fatto un gravissimo torto e un gravissimo danno alla Sardegna e ai sardi”.

 
 

Citando poi il caso della Regione Campania, dove il Tar ha sospeso l’attuazione delle direttive ministeriali che miravano a velocizzare l’accorpamento – sospensione che è stata a sua volta congelata dal ministro attraverso un ricorso urgente al Consiglio di Stato – Pino Ciulu ricorda che la Corte costituzionale dovrà stabilire chi detenga la competenza definitiva nel tagliare le figure dirigenziali, e quale grado di autonomia resti alle Regioni per la gestione delle piccole scuole. “La speranza di tutti è che la Consulta si pronunci in tempi brevi e blocchi questa norma iniqua”, dice il sindacalista. “La nostra provincia, Oristano, piccola, dovrebbe perdere ben 4 direzioni, cioè più di un sesto del totale, che non significa solo perdere quattro dirigenti scolastici, ma anche quattro dsga e quattro segreterie, con tutto il personale che le compone”.

 
 

Ma non è tutto. “A cascata i danni arrivano sugli insegnanti”, conclude Cìulu, “costretti a più lunghi percorsi (tempo e denaro) per raggiungere la sede di direzione, i collegi docenti che diventerebbero pletorici dove la componente di democrazia degli stessi, già oggi messa a dura prova, troppo spesso chiamati semplicemente a ratificare le decisioni del dirigente, lo diventerebbero certamente ancora di più, con buona pace della didattica per la quale il collegio dovrebbe avere potere decisorio e deliberante. Cosa che diventerebbe meramente  formale. Ma il danno grave  è anche per gli alunni e i genitori, che alla fin fine pagano le conseguenze di tutto questo, comprese le difficoltà a raggiungere la sede della direzione da parte dei genitori stessi, in caso di necessità. Per questo dobbiamo continuare ad opporci con tutte le nostre forze e con tutti i mezzi che abbiamo a questo cosiddetto dimensionamento”.

Gilda tv