Lo ha reso noto, annunciando un ricorso al giudice del lavoro, il sindacato Gilda di Oristano.
La Commissione europea ha infatti deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea per non aver posto fine all’uso abusivo di contratti a tempo determinato e alle condizioni di lavoro discriminatorie (direttiva del Consiglio 1999/70/Ce).
Secondo la Commissione, l’Italia non ha adottato le norme necessarie per vietare la discriminazione in merito alle condizioni di lavoro e l’uso abusivo di successivi contratti a tempo determinato.
“Come prevede l'articolo 12 del Decreto legge 131/2024 salva infrazioni, viene ipotizzato” si legge in una nota diffusa dalla Gilda di Oristano, “l’ ipotesi di danno conseguente all’abuso nell’utilizzo di una successione di contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato, fatta salva la facoltà per il lavoratore di provare il maggior danno, il giudice stabilisce un’indennità nella misura compresa tra un minimo di quattro e un massimo di ventiquattro mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto, avuto riguardo alla gravità della violazione anche in rapporto al numero dei contratti in successione intervenuti tra le parti e alla durata complessiva del rapporto”.
Per questi motivi la Gilda di Oristano ha deciso di promuovere un ricorso al Giudice del lavoro per ottenere il riconoscimento, a favore di colleghe e colleghi precari, del risarcimento del danno per aver ricevuto incarichi di insegnamento a termine, per più di 36 mesi”.
Per aderire al ricorso gli interessati dovranno compilare l'apposito modulo reperibile sul sito della Gilda di Oristano, entri il prossimo 30 novembre.