Nel trambusto della politica italiana un uomo sembra rimanere immarcescibile, una roccia che si staglia
nella tempesta. Il suo nome è Patrizio Bianchi. Un uomo che non capisce molto, ma facilmente si adegua
alle sirene dei poteri forti che impongono ancora ennesime e disastrose “riforme della scuola”.
Interpretando il PNNR in senso letterale è già riuscito ad imporre la formazione obbligatoria dei docenti e le formazione finalizzata ad incrementi stipendiali, ha introdotto la mistica figura del “docente esperto” che, tra dieci anni (sic!), diventerà il faro luminoso, e pagato, della didattica, membro di una elite intellettuale autoreferenziale che si contrapporrà alla massa dei beoti docenti “normali” (il 99% del personale docente), ma sempre subalterna alle linee guida della formazione espresse dalla Scuola di Alta Formazione e dei dirigenti scolastici. E’ riuscito a scimmiottare i piani di sviluppo 0-6 anni che da anni circolano senza grandi risultati nelle stanze del ministero e dei vari governi. Così pure ha promesso un piano di investimento nell’edilizia scolastica con scuole innovative e con il superamento del concetto di spazio-classe in nome della scuola dell’abbraccio e degli affetti. Peccato che di piani straordinari sull’edilizia scolastica sono pieni i cassetti del Ministero del’Istruzione e dei Lavori Pubblici. Dimentica il meschino che l’edilizia scolastica è di competenza degli enti locali e che ha tempi normalmente biblici senza una vera riforma della governance sui lavori pubblici. L’erogazione dei fondi del PNRR prevede il raggiungimento dei risultati entro il 2026, e quindi basta far finta di iniziare lavori e progetti. Non sarà il nostro a portarli avanti, ma vuole essere ricordato come l’artefice della grande trasformazione della scuola italiana. Obiettivo raggiunto è sicuramente la pessima riforma degli ITS che li ha relegati ad un ruolo ancillare rispetto alle imprese e alla Confindustria.
Tecnici e Professionali nel solco della riforma degli ITS e minaccia di riformare la scuola media, anello a suo avviso debole del sistema. Manca poco più di un mese alle elezioni che lo spazzeranno via, ma Lui è sempre attivo quotidianamente a twittare e rilasciare incredibili interviste che auto incensano il lavoro svolto e prospettano ulteriori provvedimenti riformatori.
E’ evidente che siamo di fronte ad un delirio personale di onnipotenza che tace su alcuni fatti oggettivi: non è stato rinnovato il CCNL scuola nemmeno per la misera parte economica già destinata in bilancio, ha
sbertucciato continuamente i sindacati e le associazioni professionali dei docenti preferendo gli “esperti”
che mai hanno insegnato ma propongono di applicare i loro modelli astratti della scuola dell’innovazione, la macchina ministeriale è ormai in tilt tra GPS sbagliate, concorsi con risposte errate, procedure borboniche informatizzate, nulla è stato fatto sul versante della prevenzione delle lotta al Covid.
Un ministro inutile e che sarà ricordato come tra i peggiori tra i tanti che hanno frequentato il Ministero
dell’Istruzione.