Strumenti di accessibilità

25.08.2022

Bianchi. Per lui non ci sono crisi politiche ed elezioni

Nel trambusto della politica italiana un uomo sembra rimanere immarcescibile, una roccia che si staglia
nella tempesta. Il suo nome è Patrizio Bianchi. Un uomo che non capisce molto, ma facilmente si adegua
alle sirene dei poteri forti che impongono ancora ennesime e disastrose “riforme della scuola”.
Interpretando il PNNR in senso letterale è già riuscito ad imporre la formazione obbligatoria dei docenti e le formazione finalizzata ad incrementi stipendiali, ha introdotto la mistica figura del “docente esperto” che, tra dieci anni (sic!), diventerà il faro luminoso, e pagato, della didattica, membro di una elite intellettuale autoreferenziale che si contrapporrà alla massa dei beoti docenti “normali” (il 99% del personale docente), ma sempre subalterna alle linee guida della formazione espresse dalla Scuola di Alta Formazione e dei dirigenti scolastici. E’ riuscito a scimmiottare i piani di sviluppo 0-6 anni che da anni circolano senza grandi risultati nelle stanze del ministero e dei vari governi. Così pure ha promesso un piano di investimento nell’edilizia scolastica con scuole innovative e con il superamento del concetto di spazio-classe in nome della scuola dell’abbraccio e degli affetti. Peccato che di piani straordinari sull’edilizia scolastica sono pieni i cassetti del Ministero del’Istruzione e dei Lavori Pubblici. Dimentica il meschino che l’edilizia scolastica è di competenza degli enti locali e che ha tempi normalmente biblici senza una vera riforma della governance sui lavori pubblici. L’erogazione dei fondi del PNRR prevede il raggiungimento dei risultati entro il 2026, e quindi basta far finta di iniziare lavori e progetti. Non sarà il nostro a portarli avanti, ma vuole essere ricordato come l’artefice della grande trasformazione della scuola italiana. Obiettivo raggiunto è sicuramente la pessima riforma degli ITS che li ha relegati ad un ruolo ancillare rispetto alle imprese e alla Confindustria.

 Non contento degli splendidi traguardi conseguiti promette ora di mettere mano alla riforma degli Istituti

Tecnici e Professionali nel solco della riforma degli ITS e minaccia di riformare la scuola media, anello a suo avviso debole del sistema. Manca poco più di un mese alle elezioni che lo spazzeranno via, ma Lui è sempre attivo quotidianamente a twittare e rilasciare incredibili interviste che auto incensano il lavoro svolto e prospettano ulteriori provvedimenti riformatori.
E’ evidente che siamo di fronte ad un delirio personale di onnipotenza che tace su alcuni fatti oggettivi: non è stato rinnovato il CCNL scuola nemmeno per la misera parte economica già destinata in bilancio, ha
sbertucciato continuamente i sindacati e le associazioni professionali dei docenti preferendo gli “esperti”
che mai hanno insegnato ma propongono di applicare i loro modelli astratti della scuola dell’innovazione, la macchina ministeriale è ormai in tilt tra GPS sbagliate, concorsi con risposte errate, procedure borboniche informatizzate, nulla è stato fatto sul versante della prevenzione delle lotta al Covid.
Un ministro inutile e che sarà ricordato come tra i peggiori tra i tanti che hanno frequentato il Ministero
dell’Istruzione.

Fabrizio Rebershegg

della Gilda Nazionale


Gilda tv