Mentre la politica è concentrata sull’appuntamento elettorale, nella maggior parte delle scuole si lavora nel caos più totale. Il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio, lancia l’allarme: “Il quarto anno scolastico dell’era Covid si apre con gli stessi problemi di sempre e le con proposte ripetutamente inascoltate: il fenomeno del precariato è sempre fuori controllo, con difficoltà enormi, soprattutto al Nord, nel reperire i docenti necessari; stipendi ai minimi storici, con un tasso di inflazione galoppante che renderà le buste paga ancora più leggere; incombenze burocratiche che sottraggono tempo prezioso all’attività didattica, unico vero compito che gli insegnanti dovrebbero essere chiamati ad assolvere; classi sovraffollate e strutture fatiscenti, soprattutto al Sud”. Questioni ataviche a cui si aggiungono quelle più recenti, con l’ormai totale abbandono dei protocolli di sicurezza anti Covid, in merito ai quali il ministero non ha mai rispettato gli impegni assunti con i sindacati, e il rinnovo del contratto nazionale le cui trattative si sono arenate a causa della totale mancanza di risorse sufficienti a garantire aumenti retributivi dignitosi.
Sul ricorso alla didattica a distanza per contrastare il caro energia, Di Meglio afferma: "La dad è stata già messa da parte dal Governo. Per quanto possibile, vanno adottate misure di risparmio energetico ma devono riguardare non soltanto le scuole ma tutti gli edifici pubblici. Va poi considerato che, considerate le condizioni climatiche diverse da regione a regione, decisioni di questo genere devono essere lasciate alle autorità locali".
“Anche quest’anno le lezioni inizieranno all’insegna di molte cattedre scoperte – continua Rino Di Meglio - e con un numero altissimo di precari. Inoltre, per alcune classi di concorso le graduatorie sono esaurite e trovare i docenti è un’impresa ardua. E i recenti interventi legislativi non hanno dato alcuna garanzia di miglioramento della situazione”.
“Ci auguriamo - prosegue Di Meglio - che si mettano in soffitta proclami e visioni ideologiche e che la politica inizi a comprendere che è prioritario e urgente liberare gli insegnanti dal peso della burocrazia, perché il buon senso richiede che obiettivo comune sia dedicare tutte le energie possibili agli alunni”.
Riferendosi, poi, al contratto, il coordinatore nazionale della Gilda chiede un intervento straordinario che riporti subito le retribuzioni del comparto scuola alla pari con gli altri dipendenti pubblici “con i quali - ricorda - scontiamo una forbice di 350 euro lordi mensili. Un divario non più tollerabile e che - conclude il leader della Gilda - riteniamo sia un passo da compiere doverosamente prima di pensare a un’equiparazione con i colleghi europei”.
In questo contesto, già molto complicato, proseguono i problemi sul fronte concorsi. Ancora in questi giorni si sono registrati errori nei quesiti formulati dalla commissione nazionale preposta, ciò significa che i risultati delle prove vanno riconsiderati, quindi le nomine in ruolo non sono affatto certe.