Si spera che questa settimana arrivi finalmente la risposta dell’Europa su due temi che interessano parecchio il mondo della scuola. Ci saranno assunzioni da prima fascia GPS? e dalla seconda? Cosa resterà dei vincoli sulla mobilità?
Il ministero aspetta la risposta di Bruxelles
Sulla risposta di Bruxelles dal ministero dell’Istruzione e del Merito non filtra nessuna indiscrezione. Si sa solo che il MIM farà ciò che gli verrà detto dall’Europa, ci sono circa 13 miliardi in arrivo dall’Unione europea per realizzare i progetti su dispersione, innovazione tecnologica e potenziamento dell’edilizia scolastica, e discutere potrebbe provocare solo dei problemi per questa montagna di soldi in arrivo.
L’ottimismo della Lega
Venerdì 24 febbraio, gli onorevoli del Carroccio Roberto Marti e Rossano Sasso hanno detto che “la trattativa tra Governo e Commissione Europea sui temi afferenti alla scuola è a buon punto, in particolare sul reclutamento di 70.000 docenti entro il 31 dicembre 2024 e sulla mobilità dei docenti, temi questi entrambi strettamente legati al pnrr e ai relativi fondi”.
Meglio aspettare i provvedimenti scritti
In passato sono arrivate altre dichiarazioni ottimistiche che hanno creato solo false speranze. Nel campo della scuola è bene non fidarsi delle dichiarazioni dei politici ma solo degli atti formali del ministero o del parlamento. Non basta un ordine del giorno del Senato o della Camera.
Questo significa che si va verso “un rinvio dell’applicazione della disciplina del vincolo alla mobilità dei docenti, oltre che un definitivo chiarimento normativo in ordine al perimetro soggettivo della relativa disciplina, prevista dal PNRR’. Temi fondamentali per la nostra scuola, che riguardano la vita di centinaia di migliaia di lavoratori e che consentiranno una adeguata e migliore organizzazione scolastica”.
In effetti, ad attendere speranzosi l’esito dell’interlocuzione Roma-Bruxelles, considerando i candidati alle immissioni in ruolo e ai trasferimenti, sono tra i 250 mila e i 300 mila docenti.
Con i diretti interessati, anche i sindacati della scuola trepidano: tanto da continuare a non volere parlare dell’argomento, un po’ per essersi impegnati in questo senso con l’amministrazione per non ostacolare la “trattativa”, un po’ per non creare aspettative, un po’ forse per scaramanzia. L’impressione è che la risposta della Commissione europea non tarderà ad arrivare.