Alla fine il Ministero ha dovuto cedere e da un paio di giorni nella pagina di apertura del sito
www.cartadeldocente.istruzione.it
si può leggere una breve nota con la quale il ministro illustra le modalità con le quali si darà seguito alle molteplici sentenze positive che hanno riconosciuto anche ai docenti precari il diritto a percepire il bonus di 500€ della carta del docente.
D’altra parte, non poteva essere altrimenti alla luce della sentenza del 22 maggio 2022 con la quale la Corte di giustizia europea era, ancora una volta, intervenuta per ribadire come la normativa europea sia in netto contrasto rispetto a qualsiasi norma nazionale che discrimini chi effettua lo stesso identico lavoro con due diverse tipologie di contratto.
Per questo motivo, quindi, nell’ultimo anno ci sono state centinaia di ricorsi vinti dai docenti precari con sentenze che hanno riconosciuto loro il diritto a percepire gli arretrati del bonus finora loro negato.
Attenzione però, la nota non si riferisce all’intero mondo del precariato, bensì ai soli ricorrenti con sentenza positiva passata in giudicato.
Per questi docenti, al fine di poter avere accesso alla carta del docente, sarà necessario inviare
copia della loro sentenza alla mail (meglio se via PEC):
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includendo copia del codice fiscale, del documento di identità e precisando per quali annualità si è
ottenuto il riconoscimento del contributo di 500€.
Sarà poi cura dell’amministrazione esaminare la richiesta e accreditare presso la società SOGEI la somma stabilita che potrà essere utilizzata secondo le indicazioni vigenti.
Altra novità diretta conseguenza della sentenza della Corte di giustizia europea, riguarda il contenuto del Decreto “salva-infrazioni” con il quale si stabilisce che per il prossimo anno scolastico la carta del docente va riconosciuta ai docenti assunti a tempo determinato su posto vacante e disponibile (cattedre al 31 agosto).
Si tratta quindi di un riconoscimento parziale che esclude però tutti i docenti con supplenza al 30 giugno senza contare poi che la norma non riconosce nessun diritto agli arretrati, il che, conseguentemente, non porrà certo fine alle vertenze legali.