Al primo posto la stabilità degli insegnanti. Non sappiamo ancora il numero esatto delle immissioni in ruolo ma ci auguriamo che la situazione sia migliorata rispetto agli anni scorsi, dove avevamo superato di gran lunga i 200.000 precari. Più insegnanti stabili avremo e meglio sarà per i nostri alunni.
L'altro grosso problema è legato ai contratti e quindi alle retribuzioni. Abbiamo chiuso con due anni di ritardo, il contratto 19 - 21 del quale stiamo ancora aspettando la sottoscrizione definitiva. E' questione di poco tempo ma già siamo in forte ritardo per l'apertura del contratto successivo, quello 22 - 24. Il contratto è triennale e visto che siamo nel 2023 ci siamo mangiati, quasi, i primi due anni.
Non sono anni come gli altri, questi!
Perché già lo scorso anno l'inflazione ha superato il 12%. Quest'anno sembra che la situazione sia un pochino migliorata e si aggira intorno al 7%. Ciò vuol dire che noi in due anni abbiamo avuto un aumento del costo della vita, di 12+7 quindi19, pari quasi al 20%. In pratica ci siamo mangiati quasi 1/5 delle retribuzioni. Quando andiamo a fare la spesa con il nostro stipendio possiamo acquistare 1/5 di prodotti in meno rispetto al 2021. Una perdita enorme per l'economia delle famiglie.
Ci aspettiamo dal Governo, che nei prossimi giorni deve scrivere la Legge di Bilancio, l'inserimento delle risorse necessarie per rinnovare il contratto prevedendo come risarcimento economico il minimo sindacale per adeguare l'aumento del costo della vita. Quantomeno, riavere la retribuzione ai livelli degli anni precedenti.
Conclude Di Meglio "La nostra categoria si sta impoverendo, altro che retribuzioni europee!
Spesso i governi ci promettono stipendi adeguati, hanno tante belle parole che sembrano dette col cuore, però rigorosamente, il portafogli sta dall'altra parte"