Roma 5, ottobre – Tecnologia e scuola, un binomio dal quale sembra sempre più difficile prescindere. Un territorio ancora tutto da esplorare. La Gilda degli Insegnanti, associazione professionale dei docenti, oltre che sindacato, sempre attenta all’evoluzione del pianeta scuola, in concomitanza con la Giornata Mondiale dell’insegnante ha organizzato il convegno «Tecnologia e Intelligenza artificiale a scuola: i pro e i contro», allo scopo di fornire a tutti, docenti e non, materiale rigoroso per l’elaborazione di pensieri e giudizi consapevoli. La Gilda degli Insegnanti, per questa giornata così importante, ha invitato a parlarne autorevoli esperti e studiosi; dato che i pensieri e i giudizi consapevoli sono l’ultimo baluardo della funzione docente che dalla Costituzione discende, è bene che gli insegnanti lo difendano e ne abbiano grande cura.
Oggi la scuola sta subendo un processo di aziendalizzazione a cui deve fornire non mano d’opera qualificata ma jolly per ogni evenienza, azienda in cui docenti e studenti si stanno trasformando in meri esecutori. Queste trasformazioni hanno raggiunto l’apoteosi con l’introduzione massiccia della tecnologia a scuola e con l’intelligenza artificiale; novità che sembrano dover sostituire il docente e aumentare nei giovani la dipendenza dal web, nonché il timore di eliminazione di posti di lavoro per tutti nel futuro prossimo. Due sono le reazioni a questa incertezza dell’ignoto: l’accettazione totale e acritica, alla luce dell’idea di un nuovo mondo che si affaccia e a cui non ci si può opporre, o il rifiuto, anche questo acritico, completo e irrevocabile.
Insieme a Rino Di Meglio, Coordinatore nazionale della Gilda Insegnanti, ne hanno parlato: Nello Cristianini, professore di Intelligenza Artificiale presso l’Università di Bath (Inghilterra), Gilberto Corbellini, professore di Storia della medicina e Bioetica alla Sapienza, Università di Roma, Ana Millán Gasca, professoressa ordinaria di Matematiche complementari presso l’Università Roma Tre, storica della scienza, Giuseppe Corasaniti, professore ordinario di Filosofia del diritto digitale, Universitas Mercatorum, Roma, Andrea Cangini, segretario della Fondazione Einaudi.
L’introduzione e le conclusioni di questo incontro seguito da moltissimi docenti e studenti sono state affidate a Rino Di Meglio, Coordinatore nazionale della Gilda Insegnanti: “Questo incontro è stato molto importante anche perché non c’è stata contrapposizione tra i relatori – ha dichiarato Di Meglio - non si è evidenziato, infatti, uno scontro tra i favorevoli e i contrari alle tecnologie. C’è stata unanimità nel sostenere che lo strumento prezioso dell’intelligenza artificiale debba essere maneggiato con cura. Soprattutto nella scuola è necessario che sia
adeguato all’età degli studenti”. Di Meglio ha poi sottolineato come “l’importanza che la carta e la penna non vengano escluse dalla scuola a favore delle novità rappresentate dalle tecnologie, soprattutto per i più piccoli. È necessario, perciò, coltivare l’uso della scrittura e
insegnare a utilizzare con cura e con senso critico le innovazioni tecnologiche. Per esempio, il professor Cristianini ha sottolineato un aspetto molto importante, ovvero che la cultura umanistica va accompagnata a quella scientifica e non contrapposta. Diversi Stati americani e la Svezia, inoltre, hanno abolito il computer nella scuola primaria, a dimostrazione che occorre partire bene dalla scuola primaria con un uso consapevole degli strumenti. Direi che questo è il messaggio importante che arriva – in questa particolare giornata - agli insegnanti.”
Insieme a lui ne hanno parlato Nello Cristianini, professore di Intelligenza Artificiale presso l’Università di Bath (Inghilterra), autore di: «La scorciatoia. Come le macchine sono diventate intelligenti senza pensare in modo» che ha sottolineato come: “L’ansia rispetto al sopravvento dell’intelligenza artificiale si cura con la conoscenza. In un mondo in cui si possono generare informazioni a zero costi la differenza la fa la capacità di valutare, giudicare, scegliere, curare, selezionare e imparare a usare lo spirito critico. La cultura scientifica e quella umanistica sono essenziali, ma devono procedere insieme. Nei giovani c’è troppa dipendenza comportamentale dallo schermo, è un gesto che viene automatico anche in classe. Questo porta a una crisi nel benessere evolutivo soprattutto nelle ragazze”.
Ha parlato di «Intelligenza Artificiale: le culture necessarie a comprenderla»; Gilberto Corbellini, professore di Storia della medicina e Bioetica alla Sapienza, Università di Roma, rimarcando “la necessità di ampliare le competenze scientifiche nel percorso di studio. Purtroppo, spesso tutti noi, soprattutto i giovani, si affidano alle tecnologie in uno scarico cognitivo che finisce per generare un aumento ingiustificato della fiducia in sé stessi”.
“L’insegnante deve essere come un pilota il Kibernetes di Platone, che capisce come decodificare la realtà che lo circonda e traccia la direzione da seguire”, secondo Ana Millán Gasca, professoressa ordinaria di Matematiche complementari presso l’Università Roma Tre, storica della scienza, che ha concentrato la sua osservazione su: «La questione culturale dell’alfabetizzazione scientifica per una scuola che forma l’essere umano".
Giuseppe Corasaniti, professore ordinario di Filosofia del diritto digitale, Universitas Mercatorum, Roma si è concentrato su «Le incognite delle tecnologie intelligenti e il ruolo dell’istruzione» e ha precisato come “La scuola non è un mero erogatore di contenuti, bisogna abbattere gli steccati, il dovere degli insegnanti non è rispettare il programma, ma costruire il pensiero critico degli studenti. L’AI deve essere regolamentata attraverso l’etica e i principi guida nei singoli settori”.