“La scuola sarda ha più che mai bisogno di risorse e di finanziamenti e non certo di tagli”
Lo sostiene Pino Ciulu, del sindacato “Gilda degli insegnanti”.
“E nemmeno di razionalizzazione nell’accezione più negativa che il termine si è guadagnato nei decenni di tagli e di soppressioni subiti” dice Pino Ciulu, “quando lo slogan che andava per la maggiore era: sopprimere è bello, razionalizzare fa qualità della scuola.
La realtà isolana non è fatta solo di numeri ma di tutta una serie di altri fattori di cui lo Stato dovrebbe tener conto, come la densità demografica tra le più basse d’Italia, i trasporti inesistenti, le strade quasi impraticabili”.
Per la Gilda è comunque positivo il fatto che nelle quattro province sarde vi sia stata unanimità da parte dei sindaci e delle conferenze provinciali nel rifiutare il piano di razionalizzazione che la Regione ha predisposto. Arriva da tutta l’isola la voce negativa dei cittadini sardi.
“Grande meraviglia e rammarico desta il fatto che la Regione” ha aggiunto Pino Ciulu, “sia acquiescente e connivente con le decisioni del Governo centrale che ha predisposto e approvato simili norme. Non si capisce come mai la Regione non abbia fatto come altre regioni d’Italia, impugnando nelle sedi giurisdizionali competenti la norma iniqua che oggi viene calata sulla Sardegna e sui sardi.
Anche per far valere le specificità e la specialità dell’autonomia della nostra regione.
Forse (a pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca come diceva quello), la regione lo ha fatto per fare un favore al Governo nazionale ma così ha fatto un grave danno alla Sardegna e ai sardi.
La Campania, sappiamo tutti, ha ricorso al Tar e non solo ha ottenuto la sospensiva del piano di dimensionamento, ma gli atti sono stati anche rimessi alla Corte Costituzionale per manifesta ipotesi di incostituzionalità della norma impugnata”.
Per il sindacato Gilda la speranza di tutti è che la Consulta si pronunzi in tempi brevi e blocchi questa norma iniqua.
“La nostra piccola provincia di Oristano, dovrebbe perdere 4 Direzioni cioè più di un sesto del totale” ha concluso Pino Ciulu, “che non significa solo perdere 4 dirigenti scolastici, ma anche 4 dsga, e 4 segreterie con tutto il personale che la compone. A cascata i danni arrivano sugli insegnanti costretti a più lunghi percorsi (tempo e denaro) per raggiungere la sede di direzione, i collegi docenti che diventerebbero pletorici dove la componente di democrazia degli stessi, già oggi messa a dura prova, troppo spesso chiamati semplicemente a ratificare le decisioni del dirigente, lo diventerebbero certamente ancora di più, con buona pace della didattica per la quale il collegio dovrebbe avere potere decisorio e deliberante.
Ma il danno grave è anche per gli alunni e i genitori che alla fine pagano le conseguenze di tutto questo, comprese le difficoltà a raggiungere la sede della direzione e da parte dei genitori stessi in caso di necessità”
(Elia Sanna)