Il problema del caldo nelle aule. Le opinioni di alcuni sindacalisti
Con l’inizio di settembre, anche gli studenti oristanesi si preparano a sentire il familiare suono della campanella. Il calendario regionale prevede si torni sui banchi il 12 settembre. Nelle ultime settimane, però, è balzata agli onori delle cronache una proposta dell’Associazione nazionale insegnanti e formatori (Anief): la riapertura delle scuole nel mese di ottobre a causa del caldo eccessivo nelle aule. Una proposta che ha fatto discutere. C’è chi ha mostrato interesse, dal momento che si stima che solo sei classi su 100 hanno l’aria condizionata, e chi perplessità. Ora anche i sindacati dell’Oristanese hanno espresso un’opinione.
“Al di là della proposta, è necessario comprendere le motivazioni: nelle aule anche a ottobre fa caldo”, ha commentato Luciano Cariccia, segretario provinciale del Sindacato Nazionale Autonomo Lavoratori Scuola. “È tuttavia un problema che si ripresenta ciclicamente soprattutto in Sardegna. In passato, infatti c’è stata qualche proposta per uno slittamento dell’apertura per favorire la stagione turistica estiva, ma lo scoglio è sempre uno: il monte ore obbligatorio. Per legge, infatti, i giorni di lezione devono essere 200, perciò iniziando a ottobre si dovrebbe necessariamente terminare a luglio, con il ripresentarsi del problema delle aule-forno”.
Secondo la Gilda degli Insegnanti il problema dei 200 giorni obbligatori potrebbe essere aggirato. “Non è un qualcosa scritto sulla pietra: basti pensare alle chiusure per le elezioni e altre occasioni, come problematiche legate alle strutture scolastiche”, ha commentato il referente Pino Ciulu. “A fine agosto c’è caldo e non credo la situazione possa cambiare a settembre. Perciò non è un’idea da scartare a priori”.
Il rientro in classe a ottobre non è una novità. “Fino al 1977 era la regola”, ha continuato Ciulu. “Poi si è deciso di anticipare al 1° settembre per insegnanti e personale, che devono sbrigare le incombenze burocratiche, e a metà del mese per i ragazzi, con l’avvio delle lezioni. In ogni caso, ragazzi e insegnanti non possono rimanere in classe fino a luglio: già a inizio giugno si arriva veramente stanchi e le temperature sarebbero insopportabili. Per non parlare dell’inizio degli esami di maturità e di terza media. Ci sarebbe uno slittamento della programmazione”.
“Quando si iniziava a ottobre, il monte ore non era vincolante come oggi, perciò si riusciva ad aggirare con facilità, tagliando le vacanze durante l’anno: le scuola hanno a disposizione dei giorni a propria discrezione. Un esempio è il Martedì Grasso”, ha spiegato il segretario Cariccia. “Ecco, si potrebbe rimanere in classe in quelle giornate e recuperare o comunque tagliare qualche giorno di vacanza qua e là”.
Le classi non sono attrezzate per il caldo. “È chiaro che le scuole devono necessariamente installare dei sistemi di refrigerazione: ci sono i termosifoni, ma nei mesi estivi nelle aule le temperature diventano elevatissime”, ha proseguito il rappresentante dello SNALS. “Basti pensare alle scuole dell’infanzia di Oristano del Comprensivo 3 e 4: genitori e insegnanti hanno lottato con tanto di lettere ad Amministrazione comunale, Asl 5 ed enti competenti per ottenere dei condizionatori, che garantissero un clima adeguato per lo svolgimento delle lezioni”.
Anche il sindacato FLC Cgil Scuola ha sollevato il problema delle classi troppo calde, portandolo all’attenzione della Regione Sardegna. “Abbiamo Presentato la questione all’assessora Portas, sostenendo che il rientro nelle aule per le date tra il 12 e il 14 settembre era prematuro, considerate le temperature ancora alte dovute al cambiamento climatico nelle aule non attrezzate in proposito. Pertanto abbiamo chiesto di partire tutti il 20 settembre”, ha commentato il segretario provinciale Antonello Cossu. “Ci è stato risposto che per quest’anno scolastico non si può più intervenire. Considerato che il problema si ripresenterà negli anni a venire, torneremo sull’argomento in vista del prossimo calendario scolastico: anni fa di norma si entrava il 20 settembre e si riusciva a finire comunque a metà giugno, senza tagliare giorni di vacanza durante l’anno”.
Nei giorni scorsi il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha confermato di non aver mai preso in considerazione l’idea di far riniziare la scuola a ottobre: anche quest’anno gli studenti torneranno sui libri già da settembre. “Nonostante quest’anno la campanella suonerà come di consueto, una cosa è certa: alla scuola serve una riforma strutturale”, ha concluso Luciano Cariccia. “Partendo dagli edifici, fino alla didattica. Se i programmi tra i vari istituti fossero studiati in un’ottica di continuità, si potrebbero diminuire le giornate di lezione. Un esempio calzante è lo studio della storia: alle elementari si fanno degli argomenti, ripetuti poi alle medie e alle superiori, con la conseguenza che i ragazzi non arrivano nemmeno a sfiorare importanti avvenimenti dell’epoca contemporanea. Ecco, se i programmi venissero rivisti, si potrebbe parlare di una rivoluzione anche sulle aperture e chiusure degli anni scolastici. La scuola in fondo non è altro che il rapporto tra insegnanti e alunni, che devono poter stare bene nel loro ambiente. Il che comprende anche avere delle temperature accettabili”.
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